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I lupi arrivano ai Masi di Cavalese, potrebbero essere 2 esemplari provenienti dalla Val Cadino
L’amministrazione comunale ha organizzato un incontro dopo che è stata accertata la presenza di alcuni lupi nella zona dei Masi di Cavalese. Scarian: “Dopo che per molto tempo le amministrazioni sono rimaste ferme finalmente si sta facendo un po’ di informazione. Poi si dovrà parlare anche di prevenzione”

CAVALESE. Era il 2018 quando dei consiglieri provinciali, sostenuti da alcuni giornali, puntarono il dito contro il lupo per una presunta predazione ai Masi di Cavalese. In realtà, le analisi della forestale dimostrarono che ad uccidere le capre furono dei cani inselvatichiti e quindi che i lupi non c’entravano (QUI articolo). Ora però, a tre anni di distanza il lupo in quelle zone ci è arrivato davvero. Si tratterebbe di due esemplari in dispersione forse provenienti dal branco (composto da 7 esemplari) della val Cadino pochi chilometri in linea d’aria.
Dopo il ritrovamento di alcune carcasse di ungulati selvatici nella popolazione si è aperto il dibattito sulla presenza dei grandi carnivori. La gente ha iniziato a porsi delle domande così l’amministrazione comunale di Cavalese, a cui va dato il merito di essersi attivata per fare informazione (una circostanza che non va data per scontata), ha organizzato un incontro online previsto per mercoledì 27 gennaio alle 18. Oltre al sindaco Sergio Finato interverranno anche Bruno Crosignani e Maurizio Poli, rispettivamente direttore e ispettore dell’Ufficio forestale di Cavalese.
Dopo l’esempio di Ala (che ha recentemente organizzato un incontro sul tema lupo) e altri Comuni dunque, anche Cavalese ha scelto la via dell’informazione. Avere dei cittadini informati significa avere persone più consapevoli che sanno come ci si deve comportare in presenza di questi animali, che comunque va detto sono molto schivi e diffidenti nei confronti dell’uomo. “Dopo che per molto tempo le amministrazioni sono rimaste ferme – commenta Paolo Scarian fra gli animatori del gruppo ‘Fiemme e Fassa il ritorno del lupo’ – finalmente si sta facendo un po’ di informazione. Non c’è da stupirsi che i lupi scendano di quota perché non fanno altro che seguire le loro prede. L’inverno rigido infatti sta costringendo cervi e caprioli ad abbassarsi di quota in cerca di cibo e si avvicinano ai paesi”.
Questo fatto unito alle montagne poco frequentate dalle persone per via dei Dpcm rendono la presenza del lupo più visibile ma non per questo si devono generare inutili allarmismi. “Dopo l’informazione però – avverte Scarian – sarà il caso di iniziare a parlare di prevenzione perché se in zona dovesse formarsi un nuovo branco gli allevatori dovranno dotarsi dei sistemi di protezione messi a disposizione dalla Provincia”.