
Carmine Ragozzino
Anni 64. Giornalista di peso, nel senso della bilancia. Ha lavorato ai quotidiani Alto Adige, Gazzettino, Trentino fino al 2014. Interesse principale: l’Inter (uno stato d’animo, una lezione di vita perché insegna a non illudersi mai). Interesse secondario, (ma va là), la cultura. Più praticata che teorizzata tra Consiglio di amministrazione del Centro Santa Chiara e del Coordinamento Teatrale Trentino. Errori: la politica, (fu consigliere comunale), perché non c’è più politica ma se mai ci fosse fatemi sapere.

L’Arturo di Elsa Morante lasciava galoppare la fantasia di ragazzo in via di adolescenza e l’isola dell’omonimo romanzo non lo isolava più.

A volte basta una lettera – nella fattispecie basta una “c” – per farci sprofondare nell’inconsistenza.

Il malato: “Dottore, sto sempre male ma mi è calata la febbre. Da 40 a 39”. Il medico: “Bene, ormai è fatta.

Pensare prima di Agire. A Claudio Cia la regola – sana - va stretta. Anzi, la ignora.

“Il rinnovamento avverrà quando qualcuno avrà finalmente il coraggio di dire che in politica non tutto è possibile”.

“Ogni parola ha conseguenze, ogni silenzio anche”.

Sbotta il buon Alighieri, l’immobile “padrone” della piazza. “Me ne sono stato zitto per anni. Il fiorentino Zocchi, lo scultore, mi immortalò nel bronzo.

Stanno crescendo. Drammaticamente. Hanno l’olfatto intatto. I sapori li sentono. La febbre è sotto il limite di guardia. Anzi, non c’è.

“In che mani siamo?”. Sbagliato.

“Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso; ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice”.